Forme Silenti, dialoghi in quiete

mostra personale di Asako Hishiki in dialogo con i bonsai di Paolo Giai

Forme Silenti, Dialoghi in Quiete
A cura di Matteo Galbiati e Raffaella Nobili

La mostra Forme Silenti, Dialoghi in Quiete nasce da un incontro inedito tra le opere dell’artista giapponese Asako Hishiki e una selezione di bonsai di Paolo Giai. Questa inusuale connessione trae spunto dall’accostamento ricercato e integrato di due realtà complementari che originano dall’osservazione dei cicli naturali, rivelandone la vocazione esplorativa, lirica e filosofica nella rappresentazione delle forme naturali da ambo le parti, radicata in filtri interpretativi culturali indissolubilmente legati ai mutamenti sensibili di tempi e stagioni.
La mostra si avvia con la scansione ritmata degli spazi determinata dall’opera ambientale di Asako Hishiki, Tonalità vitali (2019), il cui fulcro tematico gravita attorno alla figure emblematiche e simboliche di una serie di piante monumentali; si attua in questo caso una suggestiva fusione tra la rappresentazione naturalistica e l’interazione con l’ambiente circoscritto degli spazi espositivi. L’artista modula sapientemente la distribuzione dei pieni e dei vuoti grazie a un uso consapevole della tecnica tradizionale xilografica giapponese, applicata a tre ampi teli modulari di garza intessuta, volutamente lasciati liberi di fluttuare nell’aria, non costretti da apparati strutturali complessi e fissi. Fulcro della composizione sono alberi dai tronchi possenti e solenni, le cui fronde emergono cariche da un fondo neutro e immacolato, evocando il mormorio del vento che agita i rami. La natura sinestetica e multisensoriale delle opere costituisce la cifra stilistica di Hishiki e fa parte di una ricerca più ampia e profonda volta a suscitare, grazie a suggestioni iconiche e paesaggi visivi, connotati simbolicamente, memorie personali stratificate e rielaborate. Questa visione, di certo rivolta alla contemporaneità riflette e aspira al contempo, a incorporare frammenti di ricordi soggettivi e individuali, ricomposti in un linguaggio condiviso e trasversale, amplificando ed estendendo le percezioni di ognuno e aprendo la via a mutue esperienze su piani collettivi
Piante e fiori occupano una posizione di rilievo nella cultura giapponese e sono veicolo di aspetti simbolici profondi e complessi formalmente codificati per regolare il loro uso e la loro applicazione in contesti specifici. Le case tradizionali giapponesi dedicano uno spazio caratteristico, il tokonoma, all’esposizione di oggetti di valore familiare o di composizioni floreali che rispettino la stagione scandendo il passare del tempo. L’intreccio profondo tra l’ambiente naturale e l’espressione artistica è evidente anche in luoghi di rilevanza religiosa e sacra, come templi, musei e giardini monumentali, caratterizzando significativamente il paesaggio.
L’approccio alla Via del bonsai per Paolo Giai implica l’aderenza alla tradizione giapponese rispettando l’albero nelle sue peculiarità. In questo contesto, l’artefice cela il suo prezioso apporto lasciando al bonsai lo spazio di manifestarsi attraverso le lunghe fasi di crescita e i fugaci cambiamenti di aspetto al mutare delle stagioni. Il bonsai, autentica opera d’arte vivente, incarna il principio dell’impermanenza, abbracciando lenti ma incessanti cambiamenti. Nel microcosmo creato dalla collaborazione tacita tra pianta e uomo, entrambi affrontano con dignità e forza la costante mutevolezza del mondo. Coltivando l’albero, l’autore coltiva sé stesso, intraprendendo un cammino che non ha un fine determinato ma che si configura piuttosto come testimonianza di un processo in divenire.
La selezione operata da Paolo Giai si è orientata verso quattro esemplari significativi che eludono i convenzionali stereotipi sui bonsai sfuggendo all’immaginario classico. Questi si distinguono per leggerezza, eleganza e natura eterea. Tra questi alberi, troviamo l’Acero Giapponese, momiji di 25 anni, l’Acerus Cordatum di 35 anni, l’Actinidia Arguta , il kiwi di 20 anni e il Ginepro Comune di ben 120 anni.
L’intento della mostra è cogliere la complessa interazione tra l’essere umano e il regno naturale, espressa attraverso la mediazione artistica. Da questo connubio si apre uno spazio di riflessione sulla persistenza delle memorie, sul loro intreccio con l’ambiente naturale e sulla capacità di adattamento che spesso porta a trasformazioni inedite e inaspettate. L’armonia tra le opere di Hishiki e l’arte di Giai si manifesta in modo significativo proprio nella stagione invernale che spoglia i bonsai delle foglie, rivelando forme contorte e spazialmente complesse dal portamento scultoreo. Queste espressioni naturali e poetiche trovano una congrua estensione nel rigoglio e nella pienezza della natura al suo apice espressi nelle xilografie di Asako Hishiki, creando un dialogo sotteso ma profondamente integrato non solo tra due mondi artistici ma anche nella manifestazione evidente di cicli ininterrotti di morte e rinascita.

Paolo Giai incontra il bonsai nel 1987 come autodidatta, dopo aver visto i piccoli alberi per la prima volta in una importante expo internazionale florovivaistica a Genova. Nel 1989 con alcuni amici fonda l’Associazione bonsaisti pinerolesi e nel 1993 entra a far parte dell’Alpignano bonsai club con incarichi nel direttivo, in quegli anni entra in contatto con gli esperti Giovanni Genotti e Valerio Gianotti, frequentando assiduamente i rispettivi giardini. Intuisce subito che la strada giusta per comprendere correttamente la filosofia del bonsai è frequentare i maestri giapponesi, padri e interpreti del bonsai inteso come tale. La prima occasione nel 1990 a Torino, assiste alla dimostrazione tecnica dei maestri Hideo Suzuki e Masahiko Kimura, da quel momento partecipa a tutti i seminari con il maestro Suzuki, frequentando per alcuni anni la scuola d’arte bonsai ampliando così il proprio bagaglio tecnico-filosofico. Iscritto all’Ubi (unione bonsaisti italiani), dal 1996 al 2008, fino al 2014 è stato membro della prestigiosa Nippon Bonsai Sakka Kyookai Europe (associazione degli autori giapponesi),con incarichi nel direttivo.
In tutti questi anni ha frequentato e assistito, anche all’estero, alcuni tra i più importanti interpreti del bonsai tecnico, estetico e filosofico tra cui: M.Noelanders,H.Terakawa, J. Naka, H.Suzuki, K.Kobayashi, K.Abe, S.Sudo, T.Yamada, I.Fukita, C.Imai, M.Akiyama.
È stato in Cina e Giappone dove si reca regolarmente per corsi di approfondimento, per toccare con mano dove discipline come il Penjing e il Bonsai sono nate, le altre passioni legate al bonsai di cui si occupa sono i Kusamono, le Shitakusa e il Kazari, l’arte di esporre il bonsai nel tokonoma tradizionale giapponese.
Tiene corsi e conferenze per principianti e avanzati presso associazioni amatoriali, manifestazioni culturali in Italia e all’estero.

Asako Hishiki

25 Novembre 2023- 31 Gennaio 2024
Importante
Sarà possibile incontrare Paolo Giai e visionare i bonsai in esposizione esclusivamente i giorni 25 e 26 Novembre 2023

La mostra personale di Asako Hishiki prosegue fino a fine Gennaio 2024
Da martedì a sabato 11.00 – 18.30

Incontro con Asako Hishiki

  • 25 Novembre dalle ore 15.00 in poi
  • 9 Dicembre 2023 ore 15.30
    Prove di stampa mokuhanga +
    Presentazione calendario 2024 e libro d’autunno di Asako Hishiki
    Costo della prova di stampa 5 euro per 2 stampe su carta giapponese.
    Gradita la prenotazione

Paraventi Giapponesi – Galleria Nobili
+ 39 02 655 1681
info@paraventigiapponesi.it
via Marsala, 4 – Milano