L’uomo scatola

Libro d’artista di Cristian Boffelli e Maura Cantamessa liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Kōbō Abe

L’UOMO SCATOLA DI KŌBŌ ABE

Nel panorama brulicante di una Tokyo contemporanea, si dipana la vicenda noir e satirica de L’uomo scatola, Hako Otoko (1973), romanzo di Kōbō Abe, storia di un individuo che sceglie la solitudine protettiva delle pareti di una scatola, come riparo dal mondo esterno. Alla ricerca di invisibilità, progetta un rifugio in cartone ondulato per osservare il mondo eliminando il timore di essere scrutato da occhi estranei. La ricerca di anonimato così come l’alienazione, l’instabilità socio economica e il controllo, definiscono l’ambiente narrativo del testo, incanalando le lotte interiori dell’uomo in un rapporto dialettico tra la vocazione all’emarginazione e la curiosità per ciò che si cela al di là della barriera del suo guscio improvvisato.
Il romanzo inizia con una descrizione dettagliata e rigorosa della scatola definita anche come stanza impermeabile poiché adattabile a stagioni e condizioni diverse. Questa è collegata al corpo del protagonista tramite un gancio sulla schiena e contiene la maggior parte delle cose di cui ha bisogno per vivere come cibo, vestiti e generi di prima necessità. L’isolamento auto imposto ricorda la pratica antica delle tradizioni spirituali sia orientali che occidentali di chi si ritira dal mondo per meditare; in questo caso però essa appare slegata da un contesto in cui inserire l’esperienza in un quadro evolutivo personale e simbolico più ampio e significativo.
L’atteggiamento evitante e paranoico restituisce un contesto di solitudine volutamente grottesco attraverso cui Abe tratteggia l’allegoria dell’uomo moderno. Il protagonista sopraffatto da un sistema che minaccia di alienarlo e di alterare la percezione del sé, lotta per affermare la sua identità confinandone i residui nella scatola come atto di resistenza alla pervasività esterna, solo per affrontare alla fine la sua stessa dissoluzione.
Considerato il mondo intorno a lui come un luogo impazzito, l’individuo senza un nome a identificarlo, sostiene che vivere in una scatola sia l’unica scelta sensata da fare e sceglie di perdere letteralmente la sua posizione esistenziale per occupare quella di un oggetto inanimato.
Il paesaggio urbano costituisce un contesto privilegiato di indagine per Abe ed è caratterizzato da istituzioni e ambienti impersonali come ospedali, uffici, grandi magazzini, sale d’attesa e appartamenti. Questi luoghi, familiari delle metropoli moderne, divengono teatro di interazioni umane spesso interrotte, generando un senso generale di incompletezza ribadito dalla costruzione sapiente della prosa di Abe volutamente scomposta, segmentata, fumosa e ulteriormente amplificato dal punto di vista del protagonista indotto a vedere il mondo parcellizzato dalle stesse fessure da lui create nella scatola.
L’antropologia e la sociologia hanno da tempo esplorato i diversi gruppi culturali in vari contesti, tra cui quello urbano, dove la razionalità, i rapporti formali e i contratti sociali prevalgono sull’approccio comunitario tipico delle aree rurali e dei centri minori. Quest’ultimo si fonda sulla condivisione di valori, sentimenti e modelli comportamentali tradizionali, promuovendo un senso di appartenenza e coesione sociale. La dicotomia tra la modernità della città e la tradizione delle campagne, sebbene non riesca più a cogliere appieno le complesse realtà delle società contemporanee globalizzate e ibridate, continua ad alimentare una sorta di nostalgia per un passato indefinito, caratterizzato da valori differenti e modelli sociali alternativi. Il tentativo di recuperare la memoria per ricomporla in un sistema unitario di significato è consegnato all’espediente di Abe di disseminare il testo di fotografie della città o di spezzoni di quotidiani. Attraverso l’immagine il narratore tenta una tattica di
conservazione dei momenti personali per rientrare in un flusso storico che in realtà per tutto il romanzo appare in
sottofondo sconnesso e interrotto.

L’UOMO SCATOLA – LIBRO D’ARTISTA
MOSTRA DI CRISTIAN BOFFELLI E MAURA CANTAMESSA
A cura di Matteo Galbiati e Raffaella Nobili

La trasposizione del romanzo di Abe in tavole xilografiche e serigrafiche, da parte di Cristian Boffelli e Maura Cantamessa, è un’espressione profonda del loro interesse per il libro d’artista e per l’incisione. Questo progetto celebra una collaborazione artistica che unisce percorsi svolti in parte individualmente a distanza e in parte di concerto in presenza, i quali trovano un punto di convergenza significativo nell’apporto complementare e reciproco delle proprie istanze artistiche. Anni di condivisione e dialogo sulle tecniche incisorie e sulle potenzialità della stampa si indirizzano verso la costruzione di connessioni sottili tra grafica e parola, accordando segni grafici e scritti in misura armonica.
Il progetto si è strutturato a partire dalla scelta di brani particolarmente evocativi non configurandosi come una traduzione pedissequa in immagini del racconto. Piuttosto descrive le suggestioni latenti e stratificate tratte dal libro che, opportunamente lasciate decantare, hanno generato un panorama visivo interconnesso tra i due.
Se Cantamessa procede nel suo lavoro dall’evocazione del potenziale immaginifico della parola per produrre figurazioni cercando una sintesi sinestetica tra segni di diversa natura, Boffelli di contro accoglie l’emersione diretta della figura nuda e della traccia primigenia originaria e autentica, non mediata da alcun filtro o paradigma, consegnando al poi l’interpretazione simbolica individuale.
Volutamente frammentarie e incomplete, perché avulse da un filo narrativo che ripercorra i passi del libro, le immagini affiorano schiette da spazi vuoti, come rivelazioni estemporanee, e proprio grazie alla sospensione del bianco della carta e al graduale avanzare dei margini tra gli interventi grafici, si genera un campo aperto alla altrui indagine e alla risemantizzazione del segno. Il lavoro artistico a quattro mani arriva a un punto di equilibrio quando sopraggiunge alla grazia formale e all’acme del processo ovvero all’acquisizione tacita, intuitiva e consapevole da ambo le parti del massimo grado di efficacia comunicativa della rappresentazione.
L’opera L’uomo scatola di Cristian e Maura è concepita come un libro da esperire appeso alle pareti. La sua esposizione è pianificata per tappe itineranti in luoghi diversi, allestita di volta in volta in “scatole contenitrici” che riflettono identità mutevoli. Le immagini appese, pertanto, non seguono una disposizione narrativa lineare, ma si adattano al contesto espositivo. Il lavoro grafico si evolve inoltre a partire dalle matrici, rendendo essenziale la loro esposizione insieme alle stampe per instaurare un dialogo tra i diversi supporti. Oltre a segnalare fasi temporali di lavoro distinte, queste si ricompongono composite e in modo originale ad ogni occasione, integrando in una prospettiva unitaria, ma fluttuante, ciò che nasce come frammento.

Biografie

Cristian Boffelli
Nato a Vaprio d’Adda (MI) Italia, nel 1972, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1996. Nel 2002, insieme ad altri 4 artisti artigiani, fonda la cooperativa sociale L.P.K, che si occupa di attività creative nell’ambito della disabilità psicofisica e dove gli strumenti di lavoro sono la ceramica, la pittura e l’incisione. Ha inoltre intrapreso una carriera personale nella ricerca artistica che lo vede coinvolto in vari progetti espositivi in Europa, Giappone, India, Brasile e Stati Uniti. Attualmente vive tra Italia e Giappone.

Maura Cantamessa
Si diploma all’Accademia di Belle Arti Brera. Studia incisione calcografica dal 1989 lavorando sul concetto di incisione legato alla parola e al libro. Dal 1997 al 2007 è titolare di Edizioni El Bagatt, casa editrice attenta alla produzione di libri d’artista a tiratura limitata. Molte le sue collaborazioni con poeti e scrittori, tra cui Fabrizio De André, Claudio Magris, Yves Bonnefoy e Dario Fo, per la creazione di libri d’artista che costituiscono il suo variegato percorso di ricerca. Vive e lavora a Bergamo

L’UOMO SCATOLA
LIBRO D’ARTISTA DI CRISTIAN BOFFELLI E MAURA CANTAMESSA 

Libro d’artista in italiano e giapponese liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Kōbō Abe (Tokyo 1924 – 1993)
Date: 12 Marzo – 6 Aprile 2024
Inaugurazione domenica 24 Marzo dalle ore 18.00 alle 20.00

Paraventi Giapponesi – Galleria Nobili
tel. +39.02.36638182
via Marsala, 4 – Milano